Nel corso del tempo si è discusso molto su quali fossero i valori che devono guidare la vita, per alcuni è stato l’amore, per altri la Provvidenza, come ad esempio per Manzoni, ma più ci avviciniamo ai giorni nostri più le strade iniziano a dividersi. Possiamo prendere come esempio Ludwig Feuerbach, noto filosofo della sinistra hegeliana del 1800, il quale riteneva che l’uomo concreto debba essere il fulcro della vita, in particolare il “materialismo naturalistico” secondo il quale a fondamento di tutto bisogna porre la natura e il bisogno dell’uomo. D’altra parte però abbiamo l’idealismo hegeliano, il quale riteneva che il fondamento della vita fosse in tutte le sue varie forme e che dovesse essere questo il motore della vita. Continuando questo escursus verso i giorni nostri non possiamo non citare Giovanni Verga, il quale mette in evidenza due possibili strade, con diversi valori cardine per affrontare la vita: l’una è la “religione della famiglia” descritta molto approfonditamente ne I Malavoglia, mentre l’altra è la “religione della roba” descritta in Mastro Don Gesualdo e nella novella La roba. Già dai nomi intuiamo la loro diversità, la prima ha come valori cardine quelli della famiglia, della Pietas verso i propri cari, alla maniera del vecchio Padron 'Ntoni e i suoi "poveri diavoli"; mentre la seconda persegue solamente i beni materiali, “la roba” come la chiama Verga stesso, in cui tutte le azioni sono volte al possedere di più senza curarsi di tutto quello che sta intorno. Prototipo è l’antieroe Mastro Don Gesualdo, muratore arricchito che urla contro i suoi lavoratori se fanno una pausa quando sono troppo stanchi, perché ogni minuto che loro non lavorano lui perde denaro e questo non è ammissibile. Infine arriviamo a D’Annunzio, il quale ha come unici valori e filosofia di vita il piacere, dal quale prende il nome il suo più famoso romanzo; questo personaggio quindi vive nel lusso più sfrenato, circondato dalla bellezza delle arti e dalla mondanità in piena regola ed è questo che trasposta ne Il Piacere e nel suo protagonista, Andrea Sperelli, alter ego dannunziano. Come si evince dal brano tratto dal secondo capitolo, il personaggio è un individuo superficiale, cresciuto con il piacere come unica guida e per questo è pronto a passare sopra a chiunque, a discapito di ogni morale, pur di ottenere ciò che vuole. Tuttavia questa filosofia non lo porterà alla felicità, avrà un’esistenza fallimentare e questo porta a riflettere su quali siano veramente i valori su cui fondare la propria vita. Se chiedessimo quali valori guidano la vita di una persona probabilmente tutti risponderebbero con la fiducia o l’amore e sicuramente queste sono una parte importante nella vita, senza esse non si può pretendere di instaurare un rapporto sincero con un altro individuo. Ruolo altrettanto importante lo ricopre la sincerità, se non si è sinceri non si può pretendere di essere aiutati o di aiutare a nostra volta. Quelli appena citati sono sicuramente profondi valori ma non possono prosperare in qualcuno che non porti in sé rispetto per quello che fa, per quello che è e per ciò che fanno e sono gli altri. È sicuramente giusto e ammirabile combattere per far capire e far valere la propria opinione, ma non per sopprimere quella degli altri. Per avere una felice esistenza però non basta vivere in armonia con gli altri, occorre porsi degli obiettivi e impegnarsi per raggiungerli in modo da sentirsi soddisfatti. Queste qualità sono ora più che mai messe alla prova, stare rinchiusi in casa a pensare e cercare di distrarsi, verifica quanto siano saldi i principi su cui si fonda l’umanità, molte persone rispettano la vita forzata che ci è stata imposta per contenere l’epidemia in quanto pensano non solo a se stessi, ma anche al prossimo. Non si può dire di essere felici per questa situazione, ma se si pensa al peggio si cadrebbe tutti in depressione, per questo occorre tenersi attivi, avere forza di andare avanti e tenersi occupati il più possibile nel limite delle regole. Attorno a noi sta rinascendo l’amore in molte famiglie, coloro che non passavano tempo insieme, ora possono recuperare il tempo perduto e restaurare un rapporto prima incrinato dallo stress della vita. È proprio l’amore che spinge la maggior parte delle persone ad andare avanti in questo difficile periodo, quella forza involontaria di salvare non solo se stessi, ma la propria famiglia, i propri cari più deboli e l’intera umanità. Tuttavia, non tuti applicano i valori dell’Humanitas, basti pensare a chi vive all’insegna del piacere come Andrea Sperelli, il quale non riuscirebbe a starsene da solo senza avere possibilità di ostentare il suo lusso e il suo edonismo, quindi pur di uscire e farsi vedere metterebbe in pericolo tutti quelli che lo circondano senza curarsi degli altri. Quasi ogni ora ai telegiornali, sui blog vengono aggiornati il numero dei morti e dei contagiati, vengono ribadite le semplici misure di prevenzione che ognuno di noi dovrebbe rispettare, allora ci si chiede: “Perché andare contro a delle così semplici direttive?” Beh le risposte sono molteplici: ci può essere colui che vuole rompere le regole semplicemente per il gusto di farlo, c’è chi non ha capito quanto grave sia la situazione e a chi interessa solo salvare se stesso. Pensando a questi individui sembrano subito venire meno i discorsi finora fatti ma queste persone a cosa pensano? Hanno dei valori? Dai loro comportamenti non sembra che siano dediti al rispetto per il prossimo, pensano solo a loro stessi. Le misure attuate non sono state emesse per distruggere l’economia, non andare a lavorare o saltare un mese di scuola, ma per cercare di dare un futuro a più persone possibili, per tutelare chi è più debole. Occorre riflettere prima di agire, informarsi, ma soprattutto evitare di pensare solo a noi stessi. L’amore, il rispetto e la forza d’animo devono dare la forza per andare avanti in questo momento, bisogna mettere da parte l’orgoglio e l’egoismo per superare al più presto una situazione così inaspettata quanto distruttiva per avere il minor numero di danni. Nessuno vorrebbe essere costretto a vivere così, ma andare controcorrente non è sempre la cosa migliore; occorre unirsi e darci forza a vicenda per far tornare tutto alla normalità.
Denys Carbini, V C LSA
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