Andrea Sperelli non è che un “doppio" di D'Annunzio stesso. Entrambi fanno della propria vita “un’opera d’arte”, che non ha alcun fine moraleggiante ed educativo, bensì tutto rivolto al piacere, alla superficialità. “Il vivere inimitabile” porta i due a circondarsi di cose belle, a frequentare salotti, a farsi persuadere dalle donne e arricchirsi. La vita libertina perseguita dall’intellettuale non è che una sorta di critica nei confronti della nuova società, alla mediocre borghesia e delle sue nuove ideologie. I due personaggi, infatti, si elevano e si allontanano dalla massa, per raggiungere un’esistenza fatta unicamente di bellezza, suscitando, addirittura, scandalo e pettegolezzi. Tuttavia, sia Andrea e sia D'Annunzio sono critici verso se stessi, riconoscendo le loro debolezze e la loro solitudine. 

Per l'appunto, la conclusione del romanzo “Il Piacere” rivela una profonda crisi della figura dell’esteta, poiché riconosce di essere cresciuto senza alcun valore autentico, senza alcuna certezza. Accumulare beni materiali, attaccarsi alla ricchezza e lasciarsi andare agli istinti, ci portano dritti verso “una selva oscura". Con l’invenzione della catena di montaggio, con scoperte sconvolgenti nel campo delle scienze, l’individuo ha iniziato ad alienarsi a perdere tutti quei valori che rendevano unica la propria anima. Successivamente, con l'avvento della globalizzazione, che ha dissuaso ogni singolo essere umano, si è arrivati alla totale spersonalizzazione del singolo.  Per la società attuale, portare con sé valori come quelli della famiglia, dell’amicizia e dell’amore, non fa altro che renderci deboli e ingenui. Ciò ci demoralizza e ci fa perdere di vista la via che ognuno dovrebbe prendere, indipendentemente dai giudizi altrui. Oramai non si compiono gesti per se stessi, ma unicamente per apparire agli occhi di molti. Ma in questo modo, non si va contro a quello che è la nostra natura, ossia di essere animali dotati di pensiero e razionalità che ci rende diversi dagli altri viventi? In una vita piena di sofferenza, Leopardi vede come unico mezzo di salvezza il rapporto autentico tra le persone, che si aiutano, che si amano e che si appoggiano l’una con l'altra a fronteggiare i propri dolori e le proprie delusioni. Ungaretti, invece, si dedica alla poesia, dalla quale trova la speranza di andare avanti e sostenere tutti coloro che hanno subito gli stessi orrori della guerra. Inoltre, il pittore olandese Vincent Van Gogh riesce a dare luce ai suoi sentimenti e alle sue emozioni attraverso la pittura, perché il grande sostegno che gli offre il suo amorevole fratello, dà a lui il coraggio di perseguire la sua passione.

La situazione che stiamo vivendo, potrebbe essere un’occasione per poter riflettere su tale tema. Io, in primis, faccio un esame di coscienza almeno una volta al giorno. Sto sfruttando il mio tempo, per ciò che veramente voglio? Devo essere sincera? Non molto. Sono talmente soggiogata da questa tecnologia, che diverse volte ho smarrito la mia strada. Tuttavia, sto passando dei momenti con la mia famiglia che mi fanno riscoprire quanto sia magnifico l’amore, le risate e la spensieratezza. La mia mente ha spazzato via tutte le mie preoccupazioni e mi ha fatto vivere l'attimo. Ho constatato quanto poi sia autentico il rapporto con gli amici: condividere parti della mia quotidianità e vedere i visi dei miei compagni, mi ha dimostrato quante cose diamo per scontato e quanto sia meravigliosa la normalità. Quello che stiamo passando è un sacrificio che molti hanno deciso di affrontare, sia per i propri cari e sia per la propria nazione. Credo di non aver mai visto un così forte spirito patriottico e spero, con tutto il mio cuore, che questa situazione ci renderà più uniti di prima. Per coloro che, invece, non stanno rispettando alcuna norma di precauzione, avranno ciò che si meritano. Ne sono sicura. 

È paradossale vedere, in un momento critico della nostra storia, tanti lati positivi. Sto riscoprendo me stessa e so quanto la mia famiglia e altri cari mi diano forza. Senza il loro incoraggiamento, sarei una ragazza finita, lo riconosco. Cercherò di godermi al massimo tutti questi istanti che mi sono stati concessi, anche perché presto dovrò avviarmi verso la vera vita, in cui dovrò dipendere principalmente da me stessa. 

Voglio concludere facendo un appello ad una persona speciale che in questo momento si trova solo da settimane a Roma. È un ragazzo che ha sofferto molto e per questo si è creato una corazza, che lo protegge da qualsiasi sofferenza. Riconosco quanto possa essere utile questa sua difesa date le circostanze, ma credo che un po’ di affetto non faccia male a nessuno. Perciò, perché non approfittare di questa situazione, per dichiarare quanto amiamo gli altri e quanto abbiamo bisogno di loro?

 

 Denise Gamba, V C