D’Annunzio ne Il piacere mostra tutta la fragilità dell’eroe esteta che si è ritrovato essere uno sconfitto per sua stessa mano, lasciandosi insterilire dalla volontà di fare della propria vita come si fa un’opera d’arte, affossando nella più totale solitudine. Questo misero fallimento è ostentato dall’autore pur riconoscendo in Sperelli un gusto raffinato, un fascino che non smette mai di ammaliare. Sperelli può essere criticato per aver condotto una vita fuori dalla morale, immersa nel piacere e nel vizio, volta a sublimare i valori meno autentici perdendosi in un edonismo eccessivo; eppure vanificare il suo tentativo di innalzarsi dalla mediocrità borghese non gli renderebbe giustizia. Il suo è un approccio alla vita che lo ha reso incapace di nutrirsi di valori come la fedeltà, la sincerità, e l’amore vero, oppure sarebbe più giusto credere che non li abbia mai davvero conosciuti. Elena Muti è un suo simile mentre Maria Ferres è troppo distante dai suoi valori, l’una lo comprenderebbe troppo, l’altra non potrebbe mai, Andrea Sperelli si ritrova solo, vittima di questa sottile ambiguità uscendone come un vinto. I valori sui quali fondare la propria vita sembrano essere così diversi da quelli di Sperelli, dato che i valori, in senso tautologico, valorizzano, non denigrano l’uomo. Il nutrirsi della Bellezza si è rivelato per lui fatale. Sarebbe stato più moralmente proficuo riconoscersi in valori come la Magnanimità, la Fiducia, il Rispetto, L’Onore, L’Amore, la Libertà, L’Amicizia, la Fedeltà, l’Altruismo e si potrebbe continuare a inondare le pagine di così belle parole, tutte vere e tutte dai significati autentici. Eppure se vi dicessi che la Vera Bellezza, soprattutto ai tempi del Covid-19, è un valore essenziale per sopravvivere barricati in casa, rinunciando al calore di un abbraccio e ai sorrisi celati dalle mascherine per trovare quello spicchio di felicità necessario per andare avanti? Cito deliberatamente il film American Beauty del 1999. Lester Burnham è un padre di 42 anni, che appagati i valori borghesi apparentemente (una casa confortevole, un lavoro proficuo, una bella famiglia), si scopre essere un uomo infelice. Tralasciando la trama e concentrandoci sull’incipit, qui Lester ci confida che tra meno di un anno morirà. Nel finale, prima di congedarsi definitivamente dall’esistenza terrena, ci lascia così.

Ho sempre saputo che ti passa davanti agli occhi tutta la vita nell'istante prima di morire. Prima di tutto, quell'istante non è affatto un istante: si allunga, per sempre, come un oceano di tempo. Per me, fu... lo starmene sdraiato al campeggio dei boy scout a guardare le stelle cadenti; le foglie gialle, degli aceri che fiancheggiavano la nostra strada; le mani di mia nonna, e come la sua pelle sembrava di carta. E la prima volta che da mio cugino Tony vidi la sua nuovissima Firebird. E Janie, e Janie... e Carolyn.Potrei essere piuttosto incazzato per quello che mi è successo, ma è difficile restare arrabbiati quando c'è tanta bellezza nel mondo. A volte è come se la vedessi tutta insieme, ed è troppa. Il cuore mi si riempie come un palloncino che sta per scoppiare. E poi mi ricordo di rilassarmi, e smetto di cercare di tenermela stretta. E dopo scorre attraverso me come pioggia, e io non posso provare altro che gratitudine, per ogni singolo momento della mia stupida, piccola, vita. Al termine di una vita non proprio perfetta, ciò che davvero è capace di risollevare un uomo persino in punto di morte, è la Bellezza che è riuscito ad afferrare, consentendogli di trovare nonostante l’alienazione, lo squallore, l’omologazione col quale è venuto (oserei tramutarlo in veniamo) a contatto, un senso a questa vita che un senso non ce l’ha. La Bellezza trascende il marciume e innalza l’animo umano diventando un valore salvifico indispensabile. 

È passato qualche mese da quando la serie I medici 3 incentrata su Lorenzo il Magnifico, si è conclusa. Come non citare l’ultimo scontro-incontro tra il politico illuminato e l’intransigente frate Savonarola, di grande impatto (seppur non storicamente documentato) Savonarola: “‘Dio mi ha ordinato di bruciare tutto, tutte le opere. Nessuno si ricorderà mai di Leonardo da Vinci, Botticelli, Michelangelo e gli altri ...” Lorenzo De Medici: “‘Io non credo. Una volta un prete mi disse che è impossibile separare Dio e l’arte; questo perché l’uomo cerca la bellezza, allo stesso modo in cui cerca Dio. Quello che è successo a Firenze e la bellezza che abbiamo creato non saranno mai dimenticati. Ma immagino che questo tu lo sappia già                                                                                       Pensare alla Vera Bellezza in un simile momento storico mi dà forza, quando si è circondati dalla preoccupazione per un domani senza certezza, quando il mondo intero si inginocchia dinanzi alle proprie debolezze, lasciarsi travolgere da un ricordo felice può ancora farci scoprire che seppure distanti, esuli nelle nostre dimore, possiamo ancora volare.

 

Giulia Etiopi, V C