È impressionante come il mondo può essere imprevedibile. In questo momento vi è in corso una terribile guerra contro il nemico più temibile: un virus invisibile. Una delle riflessioni che ho fatto in questo periodo è nata dalla necessità di fermarmi e rendermi conto di quanto l'uomo, a confronto della natura, sia insignificante. Mi sono resa conto che è lei che comanda e una delle tante ipotesi che mi sono posta è che forse si stia ribellando dopo tutto quello che noi abbiamo fatto a lei, dello stato in cui l’abbiamo ridotta e del poco rispetto che abbiamo tenuto nei suoi confronti.

 

Adesso è in corso una pandemia che è riuscita in poco tempo a mettere il mondo nel caos più totale. Il problema di noi uomini è quello di ripetere sempre gli stessi errori del passato ma, con conseguenze molto più gravi. Non si pensa più a ciò che giusto ma a ciò che porta profitto. La nostra generazione sta diventando egoista, manipolatrice, ignorante e incompetente.

 

Fa rabbrividire pensare che in futuro i ragazzi come noi studieranno sui libri di storia “l’epidemia del 2020”, ma la vera domanda è, cos’è cambiato dalla peste del 1300? Assolutamente niente…anzi forse una cosa è cambiata: in passato si è quasi sempre cercato di neutralizzare la malattia collaborando insieme, rispettando le regole e le istruzioni che venivano da persone competenti; ora si punta il dito, ora si chiudono i confini, ora non ci si aiuta più ma l’unico sentimento che si prova è l’odio verso altri che purtroppo sono risultati più sfortunati. Oggi persiste il razzismo. Oggi persiste il disprezzo e la volontà di essere felici se capita qualcosa ad altre persone perché porta denaro e fama a noi. Oggi non si rispettano più le regole. Oggi alla nostra popolazione non importa delle altre persone finché non capita qualcosa ai suoi cari. Oggi non esiste più l’altruismo, spesso è figlio di una situazione condivisa quando tutti siamo nella stessa situazione.

 

L’uomo ha sempre dato una risposta a queste epidemie. Nel passato quando non si trovava una spiegazione propria si dava la colpa al divino. Oggi le persone esperte ci stanno chiedendo di stare a casa e cambiare la nostra quotidianità, ma ci confortano anche dicendoci che una soluzione con il tempo verrà trovata. Ci stiamo rendendo conto però, che adesso il mondo è impostato nel realizzare tutti i meccanismi che portano profitto e quindi fermare questa macchina porterebbe delle conseguenze gravi all’economia.

 

Parlando del presente si può citare una famosa espressione latina “homo homini lupus” (letteralmente, «l'uomo è un lupo per l'uomo»), come scrivevano anche i filosofi antichi l’uomo pensa soltanto a sopravvivere. All’inizio di questa terribile epidemia si era creato una sorta di razzismo verso il popolo cinese perché il virus covid-19 era partito proprio da una delle loro città. Tutti gli Stati avevano cambiato il loro modo di vedere questo paese. Avevano collegato il fatto che sia nel 1300 che nel 2020 loro avevano fatto partire queste epidemie. Giravano sui social diversi video e meme razzisti che la gente condivideva e si inculcava che i cinesi era un popolo “bastardo”. La prima cosa che hanno fatto non è stata quella di mandare aiuti e soccorsi per cessare il disagio... no è stata quella di disprezzarli e chiudere tutto ciò che aveva contatti con loro: isolarli. Stessa cosa è successo poco dopo con gli italiani. Quando il virus ha iniziato a travolgere il nostro paese hanno fatto la stessa cosa gli altri Stati, a parte la Cina che aveva già vissuto quella situazione e ci ha fornito molte risorse per venirne fuori.

 

Un altro tema principale, oltre alla questione politico-economica è quello dell’Humanitas. I rapporti interpersonali non sono più quelli di un tempo. Poche sono le vere amicizie. Nel mondo di oggi non si può essere certi di nessuno al 100%. Siamo cambiati e non smetterò mai di dirlo. Ci siamo evoluti ma abbiamo sbagliato strada. Non esiste più il rispetto. Siamo diventate delle bestie in una palla di vetro e quando urleremo così tanto da farla rompere in mille pezzi non ci sarà più niente da fare. Pensiamo di essere superiori, vogliamo sempre vincere ad ogni costo. Pretendiamo di risolvere i problemi facendo ciò che ci pare. Ma non è così. Siamo arrivati a un punto di non ritorno per l’arroganza della gente. Tutto il potere, la libertà, il denaro ci ha dato alla testa. Pensiamo di dominare tutto ciò che ci circonda. Pensiamo di distruggere ciò che ci fa comodo senza avere conseguenze. Pensiamo tanto ma pensiamo male. Il cervello umano si è sviluppato secondo determinate esperienze che abbiamo vissuto in passato e sta a noi cercare di indirizzarlo dalla parte della ragione e non dalla parte dell’istinto. Un’altra situazione che ai nostri tempi è comune, è che prima di arrivare al punto in cui ci rendiamo conto di aver sbagliato facciamo tantissimi errori e quando i sensi di colpa e la paura arrivano, si cerca di incolpare altri per ciò che abbiamo fatto noi con le nostre mani. La parola mia contro la tua. La parola di un potente contro quella di un mendicante. La parola di un dominante contro quella di un sottomesso. Chi perde? Gli onesti.

 

Ritornando al problema attuale si notano tutte queste caratteristiche. C’è gente che cerca in tutti i modi di andare a passeggio anche se lo Stato ha scritto un decreto che “obbliga” le persone a stare a casa. C’è gente che non porta né la mascherina né i guanti causando così il contagio. C’è gente a cui non interessa anche dopo le ripetute denunce e continua a fare la propria vita. Si sentono al telegiornale e alle conferenze stampa sempre le stesse frasi: <<State a casa. Ci sono ancora troppe persone in giro. Ve lo chiediamo con le lacrime agli occhi, state a casa per il bene del nostro paese.>> Ma il popolo si divide in due: responsabili e menefreghisti.

 

Kartika Celeschi, IV C LSA