Nella nostra società odierna, metaforicamente, vi sono moltissime barriere; tuttavia nel mondo esistono veri e propri muri. Un esempio è il muro tra Kuwait e Iraq. Il muro è lungo 190 Km e si estende per tutta la lunghezza del confine tra i due Paesi. Fu costruito dal Kuwait a partire dal 1991, dopo la prima Guerra del golfo, sotto l’autorizzazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il suo scopo doveva essere quello di prevenire una nuova invasione del Kuwait da parte dell'Iraq. Inoltre nel 2004 il Kuwait presentò un progetto per allungare il muro di ulteriori 30 Km.
Questo imponente muro è composto da due cinta di mura, a loro volta costituite da due fitte file di pali metallici uniti tra loro da una maglia di una resistente lega di metallo e infine, per evitare che a nessuno venga in mente di scavalcarlo, troviamo del filo spinato che prosegue per tutta la lunghezza del muro.
Per capire cosa abbia spinto l’ONU ad autorizzare la costruzione di quel muro dobbiamo tornare indietro di 40 anni. Infatti tra 1980 e il 1988 il Kuwait era addirittura un alleato dell'Iraq nel conflitto tra quest’ultimo e l'Iran, poiché il Kuwait possedeva il porto più importante del Golfo Persico. Tuttavia dopo il “cessate il fuoco” tra Iraq e Iran, imposto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, le relazioni tra Kuwait e Iraq peggiorarono notevolmente.
Infatti alla fine della guerra, a causa dei pesanti finanziamenti che il Kuwait aveva prestato agli iracheni, l'Iraq stesso doveva restituire al suo ex alleato diversi miliardi di dollari e quindi decise di concentrarsi sul settore petrolifero per risanare il debito. Nel 1988 il ministro iracheno per gli affari petroliferi Chalabi protestò contro l'ulteriore riduzione del costo del petrolio imposto dall'OPEC (l’organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio) e causato dal surplus degli anni ‘80.
Chalabi basava la sua protesta proprio sul surplus degli anni ‘80, infatti in questo periodo le scorte petrolifere invece di diminuire tendevano a crescere sempre più.
Chalabi inoltre era convintissimo che se il prezzo del petrolio fosse cresciuto, gli introiti iracheni sarebbero cresciuti notevolmente e il popolo iracheno sarebbe finalmente riuscito a saldare il debito.
La protesta di Chalabi non era infondata. Infatti ogni anno l'OPEC impone un quantitativo massimo di numero di barili che una nazione, che produce e commercia petrolio, può produrre annualmente; in questo modo l'OPEC riesce a controllare e rendere stabile il prezzo per un barile di petrolio, ma allo stesso tempo evita il fenomeno dell'inflazione del petrolio.
Tuttavia il Kuwait, non tenendo in considerazione nemmeno minimamente la richiesta irachena, chiese all'OPEC di incrementare la produzione di petrolio di un ulteriore 50% e per molti anni il Kuwait produsse molto più di ciò che era consentito e ciò evitò l’incremento del costo del petrolio greggio. A questo punto iniziò una vera e propria guerra economica tra Iraq e Kuwait.
Il ministro iracheno attaccò questa scelta del Kuwait, affermando che ogni dollaro in più sul prezzo di un singolo barile, avrebbe fatto registrare un miliardo di dollari in più di rendita, provocando così una crisi a Baghdad. I due Paesi cercarono per anni di trovare un accordo condiviso, ma senza successo. Le tensioni tra i due Paesi aumentano fino a quando l'Iraq accusò il Kuwait di perforare in territorio iracheno. Il 25 Luglio 1990 il Kuwait trovò un accordo con gli Emirati Arabi Uniti, ma ormai era troppo tardi; infatti il 3 agosto 1990 alle 02:00 l’Iraq con le sue quattro unità speciali invase il Kuwait. Dopo poche ore le truppe irachene avevano già occupato anche l’ultima base militare kuwaitiana e fu solo questione di tempo prima che il Kuwait si dichiarasse sconfitto.
Le conseguenze per il Paese furono catastrofich; infatti 400.000 persone emigrarono in altri Paesi e molti kuwaitiani furono catturati e scomparvero per sempre. Moltissimi Paesi condannarono questa invasione e alla fine del 1990 gli USA diedero l'ultimatum all' Iraq di ritirare le sue truppe. L'Iraq sembrava irremovibile, quindi il Consiglio di sicurezza dell'ONU, il quale aveva tentato per anni di trovare un accordo pacifico con l'Iraq, avvallò un massiccio attacco militare da parte degli USA contro le truppe irachene nel Kuwait e finalmente il 25 febbraio 1991 il Kuwait tornò ad essere libero.
Leonardo Zolfanelli III A LSO
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