Il muro tra Malesia e Thailandia

Il muro tra Thailandia e Malesia fu fortemente voluto dal primo ministro thailandese Surayaud Chulanont, salito al potere con un colpo di stato nel 2006. È stato edificato nella parte accessibile della frontiera thailandese ed è lungo 27 km. Questo è un confine di terra. Lo scopo era contrastare l’arrivo di armi destinate alla guerriglia musulmana e separatista nel sud del territorio, frenare l'influenza dei fondamentalisti malesi sui musulmani thailandesi in un Paese a maggioranza buddista e infine cercare di tenere sotto controllo l’immigrazione clandestina.

Per aggirare questo nuovo ostacolo sono stati creati percorsi illegali per i migranti lungo il confine Malesia-Thailandia, tuttora aperti e utilizzati. Shafie Ismail, il capo della polizia della città malesiana Kuala Perlis, confinante con la Thailandia, afferma che lo scorso anno sono stati arrestati in totale 2.329 immigrati clandestini, 1.156 erano birmani, 548 del Bangladesh e il resto indonesiani e thailandesi. Il comandante ritiene ci siano altre vie illegali tra la Thailandia e la Malesia e afferma vi siano molti cittadini thailandesi che vengono a Perlis per lavorare come raccoglitori di gomma e un certo numero di loro attraversa il confine illegalmente. Lo stesso funzionario malesiano, comunque, sostiene che ora il confine di Kuala Perlis è sicuro da qualsiasi intrusione e da altri reati transfrontalieri: “Oltre ad avere il personale di pattuglia attivo 24 ore su 24, abbiamo 350 pattuglie al confine di Kuala Perlis tra Malesia e Thailandia e usiamo anche i droni per monitorare il confine. Siamo consapevoli dei percorsi illegali e li monitoriamo. Gli immigrati clandestini o i trafficanti di esseri umani non possono utilizzare i percorsi grazie ai nostri maggiori controlli, ma non possiamo escludere la possibilità che il loro modus operandi sia cambiato e che sconfinino in piccoli gruppi di due persone invece che in gruppi più grandi”.

I conflitti tra Thailandia e Malesia erano presenti anche prima della costruzione del muro. Nel 1941, dopo l'invasione giapponese della Thailandia, Phibun entrò a fianco del Giappone nella guerra del Pacifico. L'avanzata giapponese nel Sud-est asiatico procurò alla Thailandia nel 1943 l'annessione di altri territori in Birmania e Malesia solo quando le sorti del conflitto avevano iniziato a volgere in favore degli Alleati. Si era intanto sviluppato in Thailandia e all'estero il movimento di liberazione anti-giapponese Seri Thai, guidato in patria da Banomyong, che contribuì all'estromissione di Phibun dal governo nel 1944. L'occupazione giapponese si rivelò sempre più oppressiva per i thai e Bangkok dovette sottostare a circa 4 000 bombardamenti. Subito dopo la fine del conflitto, nel settembre 1945 il Paese fu rinominato Siam.

Lo scorso maggio la polizia ha trovato 139 tombe e circa 28 campi di transito, abbandonati dai trafficanti di esseri umani, sulle colline di Wang, in Birmania, e le colline di Wang Perah. I resti scheletrici di 106 vittime sono stati trovati e sono stati sepolti in una fossa comune a Kampung Tualang, Pokok Sena, nei pressi di Alor Star.

Camilla Capomagi III A LSO