Storia di un'amicizia finita con un muro di separazione

Confine tra Cina e Corea del nord

Le due nazioni sono divise, da ovest verso est, dal fiume Yalu, dal monte Paektu e dal fiume Tumen. Dandong, nella provincia cinese Liaoning, sul delta del fiume Yalu, è la più grande città prossima al confine, mentre sul lato nordcoreano del fiume sorge la città di Sinuiju. Ambedue le città si trovano sul delta del fiume Yalu nel tratto occidentale del confine, vicino al Mar Giallo. Le due sponde del fiume Yalu che separa i due Paesi sono collegate dal Ponte dell'Amicizia sino-coreana. Vi sono 205 isole sul fiume Yalu. Un trattato tra la Cina e la Corea del Nord del 1962 divise le isole in base a quale gruppo etnico viveva su ognuna di esse. La Corea del Nord ne possiede 127 e la Cina 78. Per varie ragioni, talune isole, come l'Isola di Hwanggumpyong, appartengono alla Corea del Nord, ma confinano con il lato cinese del fiume. Ad ogni modo ambedue i Paesi hanno diritto di navigazione nel fiume, compreso nel delta. La sorgente del fiume Yalu è il Lago Paradiso, nel cratere del monte Paektu. Questo lago è anche la sorgente del fiume Tumen, il quale forma la porzione più a est del confine.

Il confine con la Cina è stato più volte definito come la "linea di demarcazione verso il mondo esterno" della Corea del Nord.  Buona parte degli scambi commerciali tra i due Paesi transitano attraverso il porto di Dandong. Poiché il segnale della rete di telefonia mobile cinese si estende per altri dieci chilometri nel territorio coreano, nel corso del tempo si è sviluppato nelle regioni attigue al confine, un mercato nero di smercio di cellulari provenienti dalla Cina. Si ricorda che in Corea del Nord le chiamate internazionali sono severamente proibite dal regime, pertanto i trasgressori si espongono a considerevoli rischi nell'acquisto di tali cellulari. Peter Hessler, scrittore e giornalista statunitense, nel corso di una visita a Dandong, notò che diverse coppie cinesi durante il giorno del loro matrimonio sono solite indossare giubbotti salvagente sopra i loro vestiti da sposi e farsi scattare fotografie lungo il confine con la Corea del Nord. 

Il confine tra la Cina e la Corea del Nord non si ritiene totalmente invalicabile e protetto come invece dovrebbe essere; molti disertori nordcoreani fuggono dal Paese attraverso tale confine.  Nel 2006 la Cina costruì una recinzione di 20 chilometri sul confine, vicino a Dandong, lungo i tratti del delta del fiume Yalu facilmente valicabili. La recinzione era alta due metri e mezzo e rinforzata con filo spinato. Nel 2007, fu riportato che la Cina stava costruendo altre recinzioni lungo il confine. Nello stesso anno, la Corea del Nord iniziò a costruire una recinzione di 10 chilometri lungo una riva del fiume Yalu, affiancata da un tratto di strada pensato appositamente per il controllo del confine. Per capire come si è arrivati a questa separazione, occorre ricostruire brevemente la storia di entrambi i Paesi.

Divisione della Corea 

La resa incondizionata del Giappone e  il crollo anteriore della Germania nazista, combinati con i fondamentali spostamenti della politica e dell'ideologia mondiali, condussero alla divisione della Corea in due zone di occupazione che ebbe effettivamente inizio l'8 settembre 1945, con gli Stati Uniti che amministravano la parte meridionale della penisola e l'Unione Sovietica che prendeva il controllo sull'area a nord del 38º parallelo. Il governo provvisorio fu ignorato, principalmente a causa dell'errata convinzione da parte degli Stati Uniti che fosse troppo allineato su posizioni comuniste. Questa divisione sarebbe dovuta essere temporanea e inizialmente si intendeva restituire una Corea unificata al suo popolo fino a quando gli Stati Uniti, il Regno Unito, l'Unione Sovietica e la Repubblica di Cina avessero potuto organizzare un'amministrazione fiduciaria.

Alla conferenza del Cairo il 22 novembre 1943 si convenne che "a tempo debito la Corea diventerà libera e indipendente"; a un successivo incontro a Jalta nel febbraio 1945 si convenne di costituire un'amministrazione fiduciaria di quattro potenze sulla Corea. Il 9 agosto 1945 i carri armati sovietici entrarono nella Corea settentrionale dalla Siberia, incontrando poca o nessuna resistenza. Il Giappone si arrese alle forze Alleate il 15 agosto 1945. Nel dicembre 1945 una conferenza si riunì a Mosca per trattare il futuro della Corea: fu discussa un'amministrazione fiduciaria di cinque anni e fu istituita una commissione congiunta sovietico-statunitense. La commissione si riunì in modo discontinuo a Seul, ma giunse a un punto morto sulla questione di costituire un governo nazionale e nel settembre 1947, con nessuna soluzione in vista, gli Stati Uniti sottoposero la questione coreana all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Le iniziali speranze per una Corea unificata e indipendente evaporarono rapidamente quando la politica della guerra fredda e l'opposizione al piano di amministrazione fiduciaria da parte degli anti-comunisti coreani ebbero come risultato la costituzione nel 1948 di due nazioni separate con due sistemi politici, economici e sociali diametralmente opposti. Il 25 giugno 1950, con la sua risoluzione n. 82,  il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite riconobbe la Repubblica di Corea (Corea del Sud) come il solo governo legale della Corea. Nel giugno 1950 scoppiò la guerra di Corea quando la Corea del Nord violò la linea del 38º parallelo per invadere il Sud, ponendo fine per il momento a qualsiasi speranza di una riunificazione pacifica. A causa del dominio statunitense sulla Corea del Sud, questa è divenuta una democrazia capitalista, mentre la Corea del Nord, a causa dell'occupazione sovietica, ha istituito un governo di ispirazione comunista. Da allora i rapporti tra le due Coree hanno conosciuto alti e bassi, oscillando sempre fra momenti di aperta ostilità e tentativi di dialogo e riavvicinamento.

 

Nascita della Repubblica Popolare Cinese

Verso la fine della seconda metà del XIX nell’Est asiatico furono diversi i tentativi di modernizzazione: mentre in Giappone il processo procedette celermente, in Cina venne invece osteggiato prima e dopo la morte dell'imperatore Guangxu, lontano parente dell'ultimo imperatore Pu Yi. La vedova Tsu-hsi, zia di Guangxu, aveva assunto il ruolo di reggente da molti anni ormai e per timore che la riforma confuciana da lei messa in atto allo scopo di rafforzare l'apparato amministrativo dell'impero andasse in frantumi, represse con una certa durezza ogni tentativo di aprire il Paese all'Occidente. Ad aggravarla fu il movimento Taiping, in una guerra civile che l'impero riuscì a reprimere solo grazie all'aiuto delle potenze europee che non aiutarono il movimento Taiping pur avendo le stesse radici religiose cristiane, in quanto il movimento non consentiva la vendita dell'oppio. Questa guerra causò oltre 20 milioni di morti. Successivamente, in particolare l'Inghilterra scatenò le guerre dell'oppio, che videro interi territori finire sotto l'influenza sia degli Stati europei sia del Giappone e la crisi dell'impero si fece irreversibile. Tutto ciò si concluse con l'abdicazione del giovane Pu Yi, il 12 febbraio 1912 e la proclamazione della Repubblica, ispirata ai principi del leader liberale Sun Yat-sen.

La Cina partecipò alla prima guerra mondiale schierandosi con le potenze dell’Intesa. Il contributo militare cinese al conflitto fu limitato a causa della relativa arretratezza dell'apparato bellico, mentre dal punto di vista economico la Cina fornì supporto alle industrie degli Alleati grazie all'invio di manodopera cinese.

Due guerre civili fra i nazionalisti filoamericani di Chiang Kai-shek e i comunisti di Mao Zedong, intervallate dall'invasione e occupazione giapponese (1937-1945), sarebbero poi terminate con la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese di Mao, il 1º ottobre 1949, e della Repubblica Cinese sull'isola di Formosa (Taiwan). Molti studiosi hanno definito la Cina come la nuova superpotenza militare emergente. Già nel 1964 riuscì a sviluppare i suoi armamenti nucleari e detiene dalla fine della Seconda guerra mondiale l'esercito di terra più grande al mondo (Esercito di Liberazione Popolare); il suo budget per la difesa (con un aumento annuale più 10%) è secondo solo a quello degli Stati Uniti.

La rapida industrializzazione ha ridotto il suo tasso di povertà dal 53% nel 1981 all'8% nel 2001. Tuttavia la Repubblica Popolare Cinese è ora di fronte a una serie di altri problemi, tra cui il rapido invecchiamento della popolazione a causa della politica del figlio unico, un ampliamento urbano-rurale, uno squilibrio economico tra regioni costiere e interne e il degrado ambientale. 

 

Rapporto tra Cina e Corea del nord

La nascita della Corea del Nord, dopo la disfatta giapponese nel secondo conflitto mondiale, e la costituzione della Repubblica popolare cinese al termine della guerra civile nel 1949 portò all’avanzata del comunismo in Estremo Oriente e alla formazione di un saldo rapporto tra i regimi di Mao Zedong e Kim Il-sung. “L’Oriente è rosso”, recitava una canzone popolare cinese, e prima dell’apertura della faglia sino-sovietica la presenza dei regimi di Mao e Kim rendeva a pieno diritto vere queste parole. L’asse tra Cina e Corea del Nord fu dettato sin dall’inizio dalla comune visione ideologica ma anche da precise ragioni geopolitiche, che condizioneranno i rapporti tra Pechino e Pyongyang sino ai giorni nostri: per la Corea del Nord la Cina ha sempre rappresentato un nume tutelare e un fondamentale partner economico, per la Cina un satellite di primaria importanza e una barriera strategica notevole contro il dispositivo strategico statunitense in Corea del Sud e Giappone.

Proprio motivazioni strategiche indussero Mao, nel 1950, a lanciare l’Armata di Liberazione Popolare nel tritacarne della guerra di Corea a seguito dell’avanzata della coalizione a guida statunitense sino alle prossimità del fiume Yalu, demarcazione del confine tra l’Impero di Mezzo e la Corea del Nord. La “marea umana” cinese contribuì a stabilizzare il conflitto e, a costo di decine di migliaia di morti, a prevenire la realizzazione del vero incubo strategico di Pechino: il dispiegamento di truppe e armi statunitensi sul diretto confine cinese.

 La fase di intensa cooperazione tra i due Paesi, e di più genuina e stretta alleanza, ebbe però vita breve e coincise con la fase più cupa della Guerra Fredda, caratterizzata da una presa di posizione radicale da parte di Mao, contrario a qualsiasi accomodamento con l’Occidente. Già dagli Anni Sessanta, tuttavia, le strade di Cina e Corea del Nord iniziarono a divergere sotto il profilo politico (sul piano economico, Pechino contribuirà allo sviluppo di Pyongyang sino ai primi Anni Settanta). Mentre  Mao cercava nella fuga dell’utopia la soluzione ai problemi intrinseci del Paese, scatenando la durissima “rivoluzione culturale”, Kim Jong-un criticò duramente le scelte dell’alleato, definendo la rivoluzione culturale “una follia” e Mao “un vecchio folle uscito di senno”. In questo periodo, infatti, Kim portò avanti lo sviluppo della sua personale politica ideologica basata sul consolidamento della Juche, la dottrina su cui convergono filosofia, economia e geopolitica che è considerata fondamentale per comprendere le direttrici d’azione del regime di Pyongyang. La Corea del Nord si consolidò come “Regno eremita”, e di fatto più che l’ideologia, nei decenni successivi, furono convenienza diplomatica e geopolitica a mantenere unite Pyongyang e Pechino, come dimostrato nel 1970, quando i due Paesi comunicarono all’ONU la loro presa di posizione favorevole all’annessione di Taiwan e Corea del Sud nella loro giurisdizione.

La corsa all’atomica di Pyongyang ha messo la Cina, negli scorsi due decenni, di fronte al dilemma tra la difesa di uno status quo che rischiava di avvicinare eccessivamente le sue posizioni a quelle di un alleato riluttante e scomodo e una svolta che avrebbe invece permesso di affermare una politica regionale di più ampio respiro. Zhu Feng ha tracciato sul numero di Limes di settembre 2017 l’evoluzione dell’approccio cinese all’atomica nordcoreana. Dapprima, nel 2002, “la Cina è intervenuta attivamente per promuovere il dialogo”, ravvisando “la causa principale dell’ascesa nucleare di Pyongyang nell’odio profondo da questa nutrita per gli USA”. Dopo i primi test nucleari e l’escalation verificatasi tra il 2006 e il 2009, la Cina “ha cominciato ad assumere una posizione intermedia per evitare che Seul e Washington facessero pressioni sul governo nordcoreano e per opporsi a qualsiasi soluzione militare”.

 Infine, dopo l’ascesa di Xi Jinping, la Cina si è mossa con maggior decisione, aderendo alle sanzioni internazionali contro la Corea del Nord sin dal 2013. La nuova strategia ad ampio raggio della Cina rendeva necessaria la sua nuova prospettiva; tuttavia, l’adesione ferma di Pechino alle sanzioni internazionali proposte dagli Stati Uniti non ha mai coinciso con un’accondiscendenza acritica alle mosse di Washington, anzi. La Cina ha voluto consolidare la pressione su Pyongyang nel quadro di una strategia di più ampio respiro.

 

Filippo Falasconi III A LSO