L’italia sesta al mondo per vittime causate dai cambiamenti climatici.

L’Italia negli ultimi 19 anni ha registrato un notevole numero di morti (19.947)  dovute a catastrofi naturali e a fenomeni meteorologici di estrema portata e intensità. Le perdite economiche comportate da questi eventi ammontano a quasi 40 miliardi di dollari (circa 36 miliardi di euro).

Questi dati collocano sfortunatamente l’Italia al sesto posto tra le nazioni più colpite, inserendola tra paesi molto meno industrializzati come Porto Rico, Sri Lanka, Nepal e Perù. L’Italia si piazza al ventesimo posto nella classifica dei paesi colpiti più frequentemente tra il 1999 e il 2018. Queste statistiche (provenienti dal Global Climate Risk Index di GermanWatch) rappresentano una fonte di preoccupazione per molti. Difatti a essere colpiti non sono più solo i paesi più poveri ma anche quelli più ricchi. Nel 2018 il paese che ha sofferto maggiormente questo problema è stato il Giappone, seguito da Germania e Filippine.  

I danni maggiori sono causati dalle estenuanti ondate di calore che tendono a colpire con molta più frequenza l’Europa anche a causa del cambiamento climatico. Sono infatti aumentate esponenzialmente le probabilità che fenomeni di questa portata si verifichino nel vecchio continente tanto da rischiare di mettere in ginocchio i paesi più poveri. Questi infatti, pur di far fronte alle spese dovute ai danni, potrebbero diventare dipendenti da debiti internazionali e ciò renderebbe ancor più instabili le loro economie.

A questi numeri bisognerà dare una netta risposta dove possibile; alcune di queste catastrofi potevano essere prevedibili, ed è lì che bisognerà essere più prudenti e più interessati alla sicurezza contro avvenimenti di questo tipo. È necessaria quindi una revisione della sicurezza nel paese ma anche una decisa reazione ai cambiamenti climatici. Come mai ancora nessuno si è mobilitato per rendere il paese un posto più sicuro, ma soprattutto, cosa stiamo aspettando per iniziare?

 

 Flavio Vrioni III C LSA