Le concezioni ecologiste di Rudolf Steiner

Biografia

Rudolf Steiner nasce nella  Croazia  asburgica da genitori austriaci nel 1861 e muore a Dornach, in Svizzera, nel 1925.

È stato il fondatore dell’antroposofia. A causa di un diverbio fra il padre, capostazione sotto l’impero Austro-ungarico, e il maestro della scuola primaria locale, Rudolf fu educato in famiglia.

Dal 1879 al 1883 la famiglia andò a vivere a Inzersdorf, per permettere a Rudolf di iscriversi all’Università Tecnica di Vienna e frequentare corsi di matematica, fisica, chimica, botanica, biologia, letteratura e filosofia, senza laurearsi. Prima di iscriversi all’Università Politecnica, Steiner aveva

approfondito lo studio dell’idealismo tedesco: Kant, Fichte e Schelling.

Steiner voleva dimostrare la tesi secondo la quale non esiste un limite alla conoscenza umana, né nell’ambito delle scienze naturali, né in quello delle scienze dello spirito (Geisteswissenschaften), ossia delle scienze umane.

Nel 1891 Steiner ottenne il dottorato in filosofia all’Università di Rostock e per alcuni anni lavorò nell’archivio di Weimar per curare l’edizione completa delle opere scientifiche di Goethe.

Entra a far parte della società teosofica (società di divulgazione delle scienze esoteriche) da

cui si staccherà per tensioni tra lui e gli altri membri. Uscito dalla società teosofica, fonda nel

1910 la Società Antroposofica.

Antroposofia

L’antroposofia, dal greco “sapienza dell’essere umano” è una disciplina esoterica basata

sugli insegnamenti di Rudolf Steiner.

 Lo scopo di questa filosofia è quello di studiare “in modo scientifico” sia la realtà fisica che la

dimensione “spirituale”.

L’antroposofia è definita una pseudoscienza dal mondo scientifico ufficiale, poiché applica il

metodo scientifico allo studio di questa dimensione “spirituale” della realtà. Si noti infatti

che il libro di cui mi sono occupato è intitolato “Impulsi scientifico-spirituali per il progresso

dell’agricoltura”. 

Steiner è convinto che la realtà universale è una manifestazione divina in continua evoluzione;

in altre parole, il mondo fisico è continuamente influenzato dal “mondo spirituale”. Infatti, come egli stesso afferma: «L’antroposofia è una via della conoscenza che vorrebbe condurre lo spirituale che è nell’uomo allo spirituale che è nell’universo. Sorge nell’uomo come una necessità del cuore, della vita del sentimento, e può essere pienamente giustificata se soddisfa questo bisogno interiore.»

l'ecologismo del metodo agricolo biodinamico

 

«…il bisogno eventuale di utilizzare letame proveniente da un'altra azienda va considerato come un medicamento per un’agricoltura già malata. L’azienda è sana quando è in grado di procurarsi il letame attingendo al proprio patrimonio zootecnico.» 

 

Inizio la mia riflessione citando questo passo tratto dal libro Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura del filosofo austriaco Rudolf Steiner, parlando del letame, perché alla fine, come disse il grande De André: 

 

“…dal letame nascono i fior, dai diamanti non nasce niente.”

 

Il mio intento è quello di portare la visione e i pensieri del filosofo austriaco ad un livello più alto, un livello ecologico e globale. Steiner ci dice che un’azienda è sana quando si nutre e cresce attingendo solamente alla propria biosfera, sfruttando le risorse disponibili all’interno di essa.

Se già consideriamo l’azienda come fosse l’umanità, ciò che dice il filosofo acquista ancora più importanza. Sfruttare il proprio patrimonio zootecnico, afferma Steiner, significa prendere n (enne) risorse dall’ambiente e restituire ciò che si è preso nella stessa quantità.           L’umanità, in questo momento, è un’azienda enorme che sfrutta l’equivalente di tre pianeti prendendo dalla natura più di quanto la natura sia in grado di offrire e, cosa restituisce? Inquinamento del suolo, acustico, dell’acqua e dell’aria, senza contare i rifiuti che più tra tutti rappresentano il segnale di uno sfruttamento insano e non circolare. Il concetto stesso di rifiuto non esiste in natura, è stato coniato appena 150 anni fa con la scoperta degli idrocarburi e soprattutto, successivamente, della plastica. In un’economia circolare il rifiuto non esiste.

Ecco che, semplicemente partendo dal letame di cui parla Steiner, si arriva a capire che la stessa Raccolta Differenziata è un grande mezzo utilizzato per abbindolare le masse ignoranti; “Utilizzate tutto ciò che vi serve, tanto poi si ricicla” senza sapere che la stessa plastica non è riciclabile dall’ambiente poiché non esiste uomo, pianta, animale o cosa in grado di trasformare la plastica in qualcos’altro. Pertanto, una volta prodotta, diventa automaticamente un rifiuto.

Per avvicinarci alla creazione di un’azienda umana più sana dobbiamo eliminare il rifiuto.

Il problema è che pensiamo di poter fare e prendere tutto quel che vogliamo dall’ambiente dimenticandoci che, come afferma il Steiner:

 

«Noi uomini […] siamo uniti con il nostro ambiente e in ultima analisi ne siamo parte. Come è parte di me il mio dito mignolo, così anche le cose che si trovano attorno a me sono parte dell’uomo intero.» 

 

In conclusione, l’umanità è convinta di vivere su un altro piano, come se il resto – tutto ciò che la circonda – è secondario. Steiner afferma che un’azienda così insana e inconsapevole – come è l’uomo nei confronti dell’ambiente e degli animali – è destinata a scomparire velocemente.

Una delle cause di questa astrazione dell’uomo da tutto il resto Steiner la ritrova nell’iper-specializzazione delle società:

«[…]la scienza è venuta sempre più a limitare il suo sguardo a sfere ristrette, sempre più piccole.[…] Il mondo nel quale vivono l'uomo e gli altri esseri della terra non si può peraltro giudicare da prospettive ristrette, e il farlo a proposito dell’agricoltura, come per esempio fa oggi la scienza corrente, ha lo stesso significato che il voler conoscere l'intera entità dell’uomo studiando esclusivamente il suo dito mignolo o il lobo dell'orecchio. […] Dobbiamo creare una scienza che si occupi dei grandi nessi universali.» 

Ecco che, la maggior specializzazione dei ruoli e delle categorie lavoratrici umane, è una delle cause maggiori dell’ignoranza nei confronti dell’ambiente e degli animali. Un uomo che conosce solo una piccolissima parte dell’insieme, come potrà mai capire se c’è qualcosa che non va nell’insieme?          E quando anche lui, nella sua visione ristrettissima, si accorgerà del problema, sarà ormai troppo tardi. L’azienda cadrà.

La specializzazione umana ha contribuito a sfornare “macchine” razionali con una vista limitata sul mondo e sulla realtà. 

Finché vivremo in un mondo pieno di ingegneri super qualificati che poi non sanno nulla sul come viene prodotta la carne che mangiano, la nostra azienda rimarrà ignorante e insana.                                   Per capire come va il mondo e quali sono i suoi (e nostri) problemi dobbiamo andare oltre la nostra ristretta sfera specializzata o altrimenti finiremo a

Considerare l’ago della bussola come causa del magnetismo terrestre. 

Giacomo Cerioni IV A LSO