«Ma perché proprio l’Italia? Voi migranti non fate altro che portare subbuglio in una nazione in difficoltà e provata economicamente. 

Ci sono Italiani che sono costretti ad imbattersi in realtà veramente ardue e complicate, uomini che non riescono ad arrivare a fine mese pur essendo padri di famiglia, o disoccupati che tentano di tutto pur di trovare lavoro, o ancora terremotati che non possiedono alcuna dimora. 

E voi invece? Appena sbarcate godete di vitto e alloggio.» 

«Vedo che oramai la mediocrità sta diventando prerogativa di molti Italiani e mi stupisco di quanto un semplice commento lasciato sui social sia sufficiente a persuadervi totalmente. 

Purtroppo, caro mio Italiano, se tu avessi una minima idea delle realtà da cui proveniamo, avresti più consapevolezza di ciò che dici. 

Vengo da luoghi in cui la guerra rappresenta la quotidianità e assieme ad essa, la paura ed il timore incessante di poter perdere i propri cari. 

Il viaggio che ho intrapreso per scampare il pericolo rappresenta la mia unica speranza di salvezza e di mutare un’esistenza già segnata ormai dalla nascita.» 

«Però l’Italia non può rappresentare l’unico porto sicuro di approdo, dal momento che non riuscirebbe a garantire a voi tutti delle opportunità lavorative e di inclusione sociale. 

Un altro rischio è quello di ingrossare le fila dei clandestini che trovano rifugio nell’Italia meridionale e insulare, vittime dello sfruttamento della malavita locale.» 

«Si, è vero, a volte le nostre condizioni di vita nei paesi occidentali non differiscono tanto da quelle che ci lasciamo alle spalle; ciò nonostante qui non corriamo il rischio di rimanere vittime della guerra.»

Giacomo Fontana, IV A LSO