Ho iniziato a fare diverse ricerche riguardanti la guerra dell’Aceh, soprattutto perché volevo rispondere a una domanda che mi ero posta: “Perché esistono le guerre?”. Per capire ciò basta esaminare anche solo un Paese in guerra. Perché? È semplice, le guerre sono tutte uguali.
Questo paese che mi ha colpitO più degli altri, perché? Ve lo spiegherò dopo…adesso vi riassumerò, in modo molto sintetico, la sua storia.
L’Aceh è un "territorio speciale" dell'Indonesia ossia una provincia autonoma dell’Indonesia situata nell’estremità settentrionale dell’isola di Sumatra. Dal 1976 è teatro di una guerra tra i ribelli del Movimento Aceh Libero (GAM) , un gruppo separatista armato che sta lottando per l'indipendenza, e l’esercito indonesiano. Il conflitto è iniziato perchè questo Movimento ha compreso che il futuro per Aceh non è solo nell’indipendenza politica, ma anche nell’integrazione in un nuovo panorama regionale asiatico in pieno sviluppo economico. Le cause che hanno dato avvio a questo conflitto sono legate soprattutto all’ambito religioso. Infatti l’Aceh ha una proporzione di popolazione musulmana più elevata che nel resto dell’Indonesia e secondo il movimento separatista nel 1949, quando l’Indonesia ottenne l’indipendenza dalla GB, la regione avrebbe dovuto essere consultata in merito all’inclusione di quel territorio nella Repubblica indonesiana e non solo la concessione di uno status speciale in considerazione delle tradizioni islamiche e delle sue leggi. Altre cause sono state legate a delle minacce molto gravi, infatti il governo centrale indonesiano incoraggiò l’insediamento in quell’area di un gran numero di abitanti dell’isola di Giava. l’ultima causa fu quella della distribuzione irregolare delle entrate provenienti dalle notevoli risorse naturali di quel territorio.
Il 15 agosto 2005 i guerriglieri del GAM e il governo hanno firmato l'accordo di pace. Le trattative erano cominciate dopo lo tsunami del 26 dicembre 2004 che ha devastato l'Aceh e ucciso oltre 100mila persone.
La causa di esso è stato un maremoto molto violento di magnitudo pari a 9,3 della scala Richter. È stato il terremoto più grosso registrato dopo quello Cileno del 22 maggio 1960 di magnitudo 9,5. Sappiamo che dopo 15-20 minuti lo tsunami aveva già attaccato la parte settentrionale dell'isola di Sumatra, dopo un'ora e mezzo la Tailandia, dopo circa due ore aveva raggiunto le coste dell'India e dello Sri Lanka, facendo in tutto quasi 290 mila morti. Come per tutte le grandi catastrofi, il bilancio definitivo delle vittime non sarà mai accertato.
Il maremoto ha indebolito i ribelli del Gam e riportato l'attenzione internazionale su questa guerra dimenticata. L'Asean (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico) e l'Ue (Unione europea) hanno fatto pressioni sulle due parti in conflitto, affinché giungessero a un cessate il fuoco definitivo. I ribelli hanno così accettato di rinunciare all'autonomia dell'Aceh, in cambio del riconoscimento del Gam come partito politico, mentre l'esercito indonesiano ha cominciato a ritirare le sue truppe.
Un precedente cessate il fuoco era stato firmato nel dicembre 2002, ma era poi stato interrotto nel maggio 2003 quando l'esercito indonesiano aveva imposto la legge marziale e intensificato la repressione contro le popolazioni locali dispiegando un esercito di oltre 40.000 uomini. Esecuzioni extragiudiziali, torture, stupri, sparizioni e deportazioni sistematiche di intere comunità in campi di concentramento, hanno reso insostenibile la situazione della popolazione di quel territorio. Inoltre, per fare terra bruciata intorno ai guerriglieri, il governo ha imposto grosse restrizioni per la circolazione degli abitanti e impedito l'accesso di giornalisti e operatori umanitari stranieri.
Nel 2005 Kofi Annan, allora segretario generale Onu, insieme a Stati Uniti, Giappone e Unione Europea hanno elogiato il coraggio delle parti nel firmare il nuovo accordo, dopo due falliti tentativi nel 2000 e nel 2002. L'accordo facilita anche la distribuzione di oltre 5 miliardi di dollari raccolti dalla comunità internazionale per la zona di Aceh, la più colpita dallo tsunami.
Ho scelto questo Paese perché, dopo tutto quello che le è successo, ancora la popolazione dell’Aceh ha la forza di resistere e di andare avanti. Molti Paesi dopo gravi disgrazie non riescono più a rialzarsi, ma l’Aceh è più forte di prima.
Ora che sapete un po’ tutta la terribile storia di questa regione, provate a pensare al perché delle guerre. Perché dobbiamo essere come delle bestie e attaccarci l’un l’altro per finire con un trattato di pace? Perché dobbiamo sacrificare le vite di migliaia di persone? E poi per cosa? Tutti noi insieme possiamo dire “STOP” a queste inutili e sanguinose guerre, ma possiamo farlo solo se uniti fino alla fine.
Kartika Celeschi, III C LSA
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