A cosa serve il latino?

Tante risposte e una grande scoperta per i ragazzi del Liceo “Laurana-Baldi” durante l’incontro con lo scrittore Nicola Gardini

A cosa serve il latino? A vivere meglio quello che siamo oggi perché la contemporaneità passa per i classici.

Detta così potrebbe suonare strano e stimolare un sorriso beffardo ai più, ma non ai ragazzi del Liceo “Laurana-Baldi”, classi IIIA-IIIB LSO e IIID LSU, che mercoledì 7 novembre hanno partecipato all’incontro con Nicola Gardini, scrittore, poeta, pittore, docente di Letteratura italiana e comparata all'Università di Oxford, autore del best seller Viva il Latino. Storia e bellezza di una lingua inutile, dedicato alla bellezza, l'attualità e la ricchezza di questa lingua.

L'incontro, organizzato dall’associazione culturale Fedora in collaborazione con Erdis Marche e l'associazione universitaria Agorà Urbino, è stato condotto dal professor Roberto Danese, ordinario di Filologia classica all'Università di Urbino

Si è partiti dal latino e si è arrivati alla scienza, alla fisica, all’attualità e nel discorso sono finite anche le influencer e amazon (!) in un dialogo tra l’autore e gli studenti che avevano preparato delle domande sull’ultimo libro di Gardini letto in classe intitolato Le 10 parole latine che raccontano il nostro mondo.

Non era tra le 10 parole latine, ma immancabilmente si è parlato di traduzione: tanto temuta quanto a volte odiata dagli studenti sui banchi di scuola, solo a posteriori rivela i suoi frutti e la grandiosità del suo valore.  Tanto più se a dirlo non sono i dottori di lettere ma gli scienziati, quelli affermati su campo.

Per la fisica, per la matematica, per la biologia, la traduzione è quell’esercizio che insegna a pensare come lo scienziato: formuli ipotesi, le verifichi, sbagli, riprovi con una nuova ipotesi; questo è l’approccio scientifico, questo è il pensiero della ricerca.

Nicola Gardini, a questo proposito, ha citato le parole del fisico Guido Tonelli che, in un articolo pubblicato da “Il Sole 24 ore” intitolato Perché la versione serve a un fisico, ha affermato che non saprebbe “trovare un’attività più vicina al lavoro scientifico concreto che viviamo quotidianamente”, parlando appunto della logica esercitata con la  traduzione sui banchi di scuola (leggi l’intero articolo al link https://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2016-08-26/perche-versione-serve-un-fisico-170556.shtml?uuid=ADYNW76).

 

Prof.ssa Chiara Agostini