Interviste III°C

Trovandoci in questa situazione così delicata e complicata, uno dei modi per darci forza a vicenda è quello di condividere le nostre esperienze così da non sentirci soli; per questo abbiamo intervistato alcuni ragazzi: Jacopo Martinelli, Noemi Cicak e Klajdi Hasani, frequentanti la classe 3C.

Stai mantenendo i contatti con parenti e amici? Come?

J. Continuo a stare in contatto con i miei amici grazie alle videochiamate, a Instagram e soprattutto grazie al gruppo WhatsApp. Invece, per quanto riguarda i miei parenti, ho la fortuna di averli come vicini e di conseguenza non è un problema sentirli.

N. Continuo a mantenere i contatti attraverso messaggi su WhatsApp e in particolar modo grazie a chiamate e videochiamate su Skype e su Instagram.

K. I miei amici continuo a sentirli grazie ai social come WhatsApp e Instagram e grazie ad app che ci permettono di stare in chiamata/ messaggiare mentre facciamo delle partite sul telefono.

Come passi il tempo in quarantena?

J. Passo diverso tempo giocando alla Play Station, guardando serie tv su Netflix o semplicemente la televisione.

N. Il tempo lo passo tra video lezioni e compiti la mattina, mentre il pomeriggio lo dedico a leggere qualche libro, a guardare film e serie tv e ad ascoltare musica.

K. Faccio il solito: leggo un libro, guardo una serie tv, gioco e suono un po’ la chitarra.

Come ti senti?

J. Io mi sento bene ma la situazione che si è creata mi angoscia molto, in particolar modo sono preoccupato per le persone che sono costrette a vivere il virus in prima persona.

N. Francamente, non ne posso più di stare in casa, ho bisogno di uscire, di divertirmi e di passare del tempo con le mie amiche vedendole dal vivo. Oltre a questo, la preoccupazione per i miei cari è tanta, questo penso valga un po’ per tutti, ho paura possa succedergli qualcosa e ho paura che questa situazione si prolunghi ancora per molto. Mi sento anche arrabbiata verso chi, nonostante tutto, continua ad uscire e a girare senza un motivo valido.

K. Mi sento un po’ oppresso, stare sempre dentro queste quattro mura a girarsi i pollici senza mettere il muso fuori casa è angosciante, deprimente.

Cose ne pensi della scuola a distanza? Sei più o meno stressato di quando si andava a scuola?

J. Il carico di lavoro, a parer mio, per noi studenti è aumentato; ci ritroviamo a dover essere più autonomi e a studiare molto per conto nostro, nonostante le video lezioni. Inoltre, cerchiamo di svolgere tutti i compiti e gli esercizi nel miglior modo possibile dato che, in assenza di voti, potrebbero essere valutati. Questa situazione mi fa sentire più stressato.

N. Le video lezioni mi permettono di essere più tranquilla, avere meno ansia. Come contro però, non possiamo interagire direttamente con il professore e non possiamo assistere a una spiegazione alla lavagna che, secondo me, ti permette di capire in maniera più immediata. Però ritengo di essere meno stressata per il fatto di poter dormire di più, dato che abbiamo la possibilità di alzarci poco prima della video lezione.

K. Data la situazione di emergenza, si è dovuta preparare una soluzione online molto in fretta e magari non è stata studiata nei particolari. A me questo metodo non piace per niente, mi sento molto più stressato perché vedere tutte le date di scadenza dei compiti e i numerosi messaggi dei professori non è come avere l’insegnante in carne ed ossa con il quale puoi confrontarti all’istante; questa mancanza di contatto sinceramente mi mette un po’ a disagio. Inoltre lo studio autonomo è davvero tanto e il non andare a scuola, il non essere in classe, il non poter parlare, scherzare con i miei compagni porta via il bello della scuola a mio parere.

 

 

Da queste interviste è emersa la fortuna che abbiamo a possedere i social network; avranno anche molti aspetti negativi, ma in situazioni come queste ci permettono di mantenere i contatti con chi ci sta più a cuore, con amici e parenti e ci permette di creare una connessione, un legame che, in questo momento, ci tira su il morale e ci porta a sostenerci a vicenda. La tecnologia, con Netflix, Play Station, Instagram…, ci permette inoltre di affrontare queste giornate con un po’ di buon umore in più dato  che, chiusi in casa, le ore sembrano non passare mai.

In tanti ci lamentiamo costantemente del dover andare a scuola, ma è in situazioni come queste che ci rendiamo conto che, in realtà, quell’ambiente ci piace, che ci mancano i nostri compagni e, in fondo in fondo, anche i professori. Durante l’anno scolastico non vediamo l’ora di buttarci sul letto e stare lì a non fare nulla, mentre ora ci accorgiamo che questo “periodo di riposo forzato” passato a non fare niente, senza poter uscire, senza amici non è poi così divertente. Forse questa esperienza ci servirà in futuro, per apprezzare al massimo i momenti che vivremo e di cui prima non riuscivamo a cogliere l’importanza.

Adriana Grecu III C LSA